sabato 30 agosto 2014

" Albo d' Oro " - Rosarnesi illustri


PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO AL PROF. FRANCO PRIOLO


Dopo la consegna del prestigioso riconoscimento “Rosarnesi Illustri” al prof. Salvatore Settis nello splendido scenario dell’anfiteatro di Tropea, per la sua brillante e importante carriera universitaria e per i considerevoli premi ed incarichi ricevuti in tutto il mondo, l’Associazione ha formalizzato tale iniziativa, istituendo il relativo “Albo d’oro”, al fine di ricordare le persone che si sono dimostrate capaci e che hanno portato positivamente il messaggio relativo alla propria città di origine in Italia e nel mondo. Il Patto di Solidarietà, con la sua specifica commissione istituita per la individuazione delle persone che hanno dato lustro alla città di Rosarno, nella serata di ieri ha individuato il prof. Franco Priolo per la consegna di tale considerevole riconoscimento. Si tratta di ricordare gli illustri concittadini che hanno dato tanto alla loro città e che con la consegna del riconoscimento possono riprendere il contatto ed i rapporti con le proprie origini e con tanti amici lasciati per la necessità di trovare sbocco alle loro intelligenze lontano dal luogo di nascita. Un momento importante per ritrovare il proprio passato e per sperare nel futuro.

Bibliografia del Prof. Franco Priolo: Francesco Priolo, nasce a Rosarno (Reggio Calabria) nel 1940, si laurea a Bologna nel 1966, si specializza in Radiologia nel 1969 (Università “la Sapienza”- Roma), in Medicina Nucleare nel 1972 (“Università Cattolica del Sacro Cuore”- Roma) e consegue le Idoneità Nazionali a Primario di Radiologia e a Primario di Medicina Nucleare nel 1975. Ha sempre svolto la sua attività universitaria e clinico-assistenziale presso l'Istituto di Radiologia del Policlinico Gemelli.

 • Attività assistenziale: nel 1966 viene nominato Assistente Volontario “borsista” presso l’ Istituto di Radiologia nel Policlinico Gemelli dell’ Università Cattolica, dove percorre tutte le fasi della carriera ospedaliera e universitaria (Assistente Ordinario, Aiuto, … etc) fino a quella di Primario.

• Carriera universitaria: nel 1980 diventa Professore Associato in Radiologia, confermato nel 1989, e nel 1999 partecipa al Concorso di Professore di Prima Fascia ottenendo dalla commissione un giudizio collegiale positivo e lusinghiero.

• Attività didattica: docente del corso di laurea in Medicina e Chirurgia e in numerose Scuole di Specializzazione (Radiologia, Ortopedia e Traumatologia, Reumatologia, Chirurgia della mano, Pediatria, Medicina Interna) viene anche incaricato dal Consiglio di Facoltà a coordinare tutti i corsi di Laurea Triennale di Bolzano convenzionati con l’ Università Cattolica del Sacro Cuore. Per molti anni e’ anche presidente del Corso di Laurea per Tecnici di Radiologia.

• Attività scientifica: dal 1975 quando il Professor Attilio Romanini, a quel tempo Direttore dell’ Istituto di Radiologia del Policlinico Gemelli, gli affida la gestione organizzativa, clinico-assistenziale e scientifica del settore muscolo-scheletrico, Francesco Priolo si dedica con entusiasmo allo studio di tale apparato affrontandone tutti gli ambiti di patologia: neoplastica, traumatica, metabolica, iatrogena, professionale, malformativa, dello sport, neonatale, infantile e altro.

                                                                                              Il Portavoce
                                                   (Giacomo Saccomanno)

mercoledì 6 agosto 2014

NESSUNO DIFENDE LA NOSTRA CITTA’


Da anni oramai quando si parla di Rosarno si coniuga il male e la criminalità organizzata e non. La città è, certamente, difficile e le famiglie di ‘ndrangheta negli ultimi decenni hanno operato allargandosi sempre maggiormente per rafforzare il proprio controllo sul territorio. Questo è un fatto notorio che nessuno nega o può negare. A Rosarno la presenza della criminalità organizzata è stata massiccia, ma comunque, più o meno, con gli stessi livelli di tutte le altre comunità calabresi. Ma, questo non può consentire, assolutamente, di citare, accostare e puntare il dito su tutti i rosarnesi anche quando questi non hanno nulla a che vedere con quanto accade in Calabria o in Italia. Pare che l’ultima trovata dei media sia quella di inserire in ogni vicenda Rosarno perché questo nome attira l’attenzione degli utenti in negativo! Basta guardare su google le immagini della città per rendersi conto di ciò: mentre in tutti gli altri siti padroneggiano i monumenti e le iniziative positive, per la nostra città le prime 50 immagini rappresentano le operazioni di polizia, la rivolta dei migranti, la devastazione della città! Un biglietto da visita che appare eloquente per chi entra in tale sito. Ed in tale condizione di estremo disagio e spesso di non veridicità, mai nessuno ha chiesto un momento di riflessione e di dibattito per cercare di porre rimedio e dare voce alla maggioranza assoluta dei cittadini onesti e laboriosi di Rosarno. E’ vero a Rosarno vi è la ‘ndrangheta, così come vi è a Gioia Tauro, a Vibo Valentia, a Cosenza a Reggio Calabria e, comunque, nella maggior parte delle città calabresi ed ora anche italiane. Ma, questo non vuol dire che tutti gli abitanti siano criminali. Anzi e meno male, il numero di affiliati è, certamente, sparuto e non rappresenta, sicuramente, la comunità. Mai nessuno, però, si è mai chiesto le ragioni di ciò, né nessuno ha cercato di difendere questa laboriosa e generosa comunità. Qualche voce isolata ha cercato di dire la verità, ma è stata immediatamente attaccata e delegittimata. In tali condizioni di estrema difficoltà il Consiglio Direttivo del Patto di Solidarietà ha ritenuto doveroso per i cittadini onesti di avanzare un appello a tutte le forze sane, associazioni, a tutti gli operatori, a tutti i giovani, alla Chiesa, a tutti coloro che vivono in questa città o che, comunque, conoscono le sue nobili origini, la sua storia, la generosità del suo popolo, per cercare di ripristinare una verità manipolata e spesso stravolta. La ‘ndrangheta esiste ed è pervasiva, ma la maggior parte dei cittadini sono onesti e laboriosi e non hanno nulla a che vedere con il sistema della criminalità organizzata. Questi cittadini, il lavoro della associazioni, l’insegnamento delle scuole, meritano rispetto e non possono essere accomunate sempre e solo con il “male”. Una operazione del genere rischia di spegnere quelle fiammelle, oggi incendi devastanti, di speranza che tante persone, con sacrifici pesantissimi, cerca di accendere nei cuori della comunità e dei tanti giovani che vorrebbero riscattarsi e riscattare la loro città. Questa comunità, questi giovani, questi educatori, meritano ed esigono rispetto. Alle tante inutili parole di profonda delegittimazione, chiedono a gran voce che ognuno faccia il proprio dovere fino in fondo con onestà ed oggettività. Bene la repressione, bene la prevenzione, ma maggiormente obiettività nelle valutazioni e piani straordinari per il lavoro, l’occupazione e la crescita. I cittadini ed i giovani di Rosarno, che hanno vissuto una vita nel percorso della legalità e quelli che vogliono intraprendere e proseguire questo cammino, non possono vivere di sterili parole: la ‘ndrangheta, il sottosviluppo culturale, la criminalità si combattono principalmente con l’offerta di una vita normale, con la possibilità di avere un lavoro e di non aver bisogno dei mafiosi per poter vivere. Alla necessaria ed indispensabile repressione tutti devono anche adoperarsi per creare l’alternativa per una esistenza normale. In mancanza, tutte le persone senza lavoro, in difficoltà, con la impossibilità di sfamare i propri figli, saranno dei possibili soldati alla mercé di chi vuole percorrere la strada della illegalità. Ed allora, lasciamo le Forze dell’Ordine ed i Magistrati a fare il loro importante lavoro, aiutiamo gli educatori a imprimere nelle coscienze dei cittadini e dei giovani quella cultura della indispensabile legalità, sosteniamo però la città e gli imprenditori perché possano offrire una alternativa credibile e che consenta a tutti di poter vivere una esistenza libera e dignitosa. Senza equità sociale la battaglia intrapresa e che ha dato ottimi risultati, nel tempo, si spegnerà e la criminalità ritornerà più forte di prima. Ed allora, tutta la comunità deve chiedere a gran voce che si volti pagina e si parli, finalmente, di crescita, lavoro, sviluppo, occupazione e di tutte le positività esistenti e che devono essere un modello di vita. Il tutto ponendo fine ad una delegittimazione continua e senza senso per la dignità delle persone oneste e che stanno lottando il sistema mafioso con impegno e tanti sacrifici. E’ arrivata l’ora di porre fine a questo attacco mediatico di interesse soltanto giornalistico e che tutti, compresa la stampa, cominci a dare una mano per tirare via Rosarno ed i rosarnesi dalla palude in cui sono stati cacciati.      

                                                                                         Per il Consiglio Direttivo
                                                                                                 il portavoce
                                                                                      ( Giacomo Saccomanno )